Finalmente leggo un articolo che valorizza l’importanza di una buona scuola dell’Infanzia.
Una buona scuola dell’Infanzia rende studenti migliori, dice l’articolo, a 11 anni sono migliori dei coetanei nelle discipline e hanno un comportamento scolastico più controllato e socievole.
In cosa consiste una buona scuola dell’Infanzia?
La risposta la da Susanna Mantovani, rettrice della Bicocca, dopo un sondaggio, spiega, i genitori e gli educatori concordano sul fatto che i bambini nella fascia 0-6 devono imparare a sviluppare capacità e risolvere problemi, più che imparare nozioni. I bambini che hanno frequentato buone scuole dell’Infanzia sono ragazzi che riescono meglio nelle prove INVALSI. Test che invece vanno esclusi dalle scuole dell’Infanzia: «Ci sono rischi di stigmatizzazione precoce» anticipa la prof.ssa Anna Bondioli, del gruppo di lavoro ministeriale.
Meno valutazione, più problem solving, laboratori dove provare. Il governo dovrà varare entro l’anno, come prescrive la riforma Renzi, una legge per ridefinire le regole per lo 0-6 anni.
I pedagogisti suggeriscono insegnanti con formazione accademica, coordinatori pedagogici per controllarli, spazi e tempi adatti ai ritmi lenti dei bambini, progetti pilota per costruire un sistema educativo di qualità improntato più alla sperimentazione che al nozionismo dove il bambino può toccare, immaginare, fantasticare. I bambini piccoli, spiega Nice Terzi, presidente del gruppo Nidi-Infanzia non devono apprendere, ma capire come si apprende. Il resto verrà dopo!
Pedagogista Clinico Rosalba Bratta
Tratto dal Corriere della sera del 27 febbraio 2016