In un mondo in rapida evoluzione è normale che anche certe parole vengano fagocitate dai processi innovativi ed accantonate come “desuete”, ma mi chiedo: dov’è finito il maestro di quella che, in un tempo non tanto lontano, si chiamava scuola elementare?Analizzando l’etimologia del termine “maestro” deriva dal latino “magister” (da magis, di più), in sanscrito “guru”, pesante di dignità e prestigio.Il maestro è, dunque, colui che guida, spiana il cammino; un compito delicato il suo, caratterizzato dalla piena condivisione di ciò che insegna.Il vero maestro, infatti, è colui che dapprima cerca di migliorare se stesso e poi indirizza il proprio intervento sugli altri.La storia della pedagogia ci insegna che i veri maestri sono coloro che sanno instaurare un rapporto relazionale significativo con il bambino e rappresentano per lui un valido modello di riferimento. Per essere maestri occorre, quindi, avere un ideale di vita e, attraverso l’insegnamento e l’esempio, produrre nel bambino il desiderio di condividerlo.Perché nessun maestro può imporre, ma nel rispetto della libertà individuale, deve solo condurre per mano l’allievo sui sentieri della vita, indirizzare e non coercizzare, condividere e non imporre.Per questo ritengo sia necessario che al maestro, oggi più che mai, siano chiare le mete da raggiungere, tenendo conto delle mutate esigenze sociali e, soprattutto, delle richieste educative, urgenti, del bambino.Chi vive nella scuola con coscienza sa perfettamente che oggi si è a contatto con un’infanzia sempre più problematica e indifesa, comprende i cambiamenti che si sono verificati e sa che il modo di “fare scuola “ non può essere simile a quello del passato.La scuola del “leggere, scrivere e far di conto”, delineata dai programmi del 1955, era valida per quella società ed è indubbio affermare che in mezzo secolo di storia la ricerca pedagogico-didattica ha raggiunto nuove acquisizioni, ma al primo posto rimane sempre la necessità del maestro unico, soprattutto nelle prime classi che, se ben preparato, consentirà al bambino quel processo di identificazione necessario per cominciare a rispettare delle regole e per sentirsi affettivamente protetti.Vivere il mondo della scuola con passione, cercando di tenere ben saldi i punti cardine del proprio operare, è la premessa indispensabile per sentirsi maestri a pieno titolo.Avvertire l’entusiasmo del coinvolgimento, la consapevolezza che spesso i bambini ti guardano per scrutare il tuo comportamento e tu non puoi tradirli perché faresti del male a te stesso e a loro; comprendere che anche una parola fuori posto può ferire un alunno ed aver coscienza del fatto che nelle gioie e nelle fatiche di ogni giorno di scuola si realizza un incontro tra anime: questi sono i delicati ed autorevoli compiti del maestro.Da Pedagogista Clinico che opera nella scuola da quasi trent’anni mi sento di dire che il ruolo dell’insegnante è determinante ai fini della formazione della personalità degli alunni e noi non possiamo prescindere dall’ascolto, dal rispetto dei tempi, dei ritmi e dei modi di apprendimento di ciascun alunno.Diventa, per tanto, fondamentale un saldo punto di riferimento che sappia insegnare ai bambini a vivere semplicemente attraverso l’esempio e la loro gioia, questo creerebbe un clima sociale positivo e disteso, nel quale ognuno avrà la possibilità di esprimersi e di sentirsi compreso.Non dimentichiamo che i bambini, anche se sono cambiati, sono sempre bambini e riescono ancora a stupirsi e a fantasticare: non dobbiamo uccidere i loro sogni, la loro voglia di crescere e di imparare, di scoprire e di fare … non dobbiamo dimenticare che le loro tappe evolutive devono essere rispettate senza inutili “bombardamenti”.La scuola primaria è la scuola dell’accoglienza e del dialogo, dell’approccio al sapere intenzionale e motivato, della socializzazione e della creatività che ha bisogno di guide serene e motivate.Sono convinta che i maestri che possono fregiarsi di tale titolo esistono ancora e che, anzi, oggi più che mai sono in grado di incidere positivamente sulla formazione della personalità dei bambini.
Pedagogista Clinico
Dott.ssa Rosalba Bratta